Si è concluso, dopo oltre due anni di lavoro da parte del Laboratorio “Metalli e Leghe” dell’ICR, il restauro della scultura di Venanzo Crocetti “Allieva di danza” della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale. L’opera, dopo trent’anni dall’ultima esposizione (1963) verrà presentata al pubblico fino al 14 gennaio 2024 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale nell’ambito della mostra “L’allieva di danza di Venanzo Crocetti. Il ritorno”.
La mostra è promossa e organizzata da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con Ministero della Cultura – Istituto Centrale per il Restauro e Fondazione Venanzo Crocetti. Supporto organizzativo Zètema Progetto Cultura. A cura di Claudio Crescentini, Carla Ortolani e Livia Sforzini.
L’Allieva di danza (1958-59), rappresenta una delle prime grandi opere scultoree di Venanzo Crocetti (1913-2003) dedicate al tema della danza, tematica che già compare in vari bozzetti degli anni Quaranta e che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, diventerà tema ricorrente all’interno della sua produzione. La scultura di Crocetti è entrata nella collezione d’arte del Comune di Roma nel 1960 a seguito dell’acquisto alla VIII Quadriennale Nazionale d’Arte (1959-60), rassegna nella quale l’opera era esposta (sala XXVI). Successivamente la scultura ha fatto parte della selezione ufficiale dei capolavori d’arte dell’allora denominata Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, tenutasi presso il Palazzo delle Esposizioni (1963).
L’Allieva di danza, unica scultura di Crocetti nelle collezioni capitoline, dal 1963 non è più stata esposta a causa delle gravi lesioni che interessavano la parte inferiore dell’opera e che hanno reso strutturalmente instabile l’opera. La causa del danno è sconosciuta e non esiste documentazione a riguardo. La Galleria d’Arte Moderna di Roma ha chiesto all’ICR di eseguire il restauro della scultura, affinché potesse finalmente essere riesposta e di nuovo apprezzata dal pubblico.
Il lungo intervento di restauro ha restituito all’Allieva di danza la sua stabilità strutturale e la sua armonia formale e ha costituito un’importante occasione di studio della scultura, non soltanto da un punto di vista conservativo, ma anche per quanto riguarda gli aspetti tecnico esecutivi. Nonostante la tecnica impiegata nella realizzazione dei grandi bronzi sia rimasta fondamentalmente la stessa nel corso dei secoli, ovvero la fusione a cera persa, il restauro dell’opera di Crocetti ha costituito un importante momento di approfondimento, permettendo di individuare gli accorgimenti tecnici, del tutto peculiari, posti in essere dal Maestro al momento della realizzazione dell’opera. Lo studio e la ricostruzione delle tecniche di esecuzione della scultura si sono basati sull’analisi visiva delle tracce di lavorazione, sugli approfondimenti scientifici e sulle ricerche documentali. Questo ampio e articolato lavoro multidisciplinare è stato realizzato grazie al contributo per l’ICR del Laboratorio di Restauro di Metalli e leghe, del Laboratorio di Chimica e del Laboratorio di Fisica, con la preziosa collaborazione della Galleria d’Arte Moderna di Roma, del Museo Fondazione Crocetti, che ha messo a disposizione il prezioso materiale d’archivio e consentito l’accesso e la fruizione degli spazi di vita e di lavoro del Maestro, e infine dell’UOSD di Diagnostica per Immagini in Emergenza ed Urgenza, Dipartimento di Scienze Radiologiche del Policlinico Umberto I – Sapienza Università di Roma.
Con il supporto del Dipartimento di Scienze Radiologiche del Policlinico Umberto I – Sapienza Università è stato possibile effettuare una tomografia computerizzata (TC) della scultura, che si è rivelata estremamente utile per definire la tecnica usata da Crocetti per la realizzazione dell’opera. Tale tomografia ha consentito, inoltre, di avere una valutazione del danno occorso e di indagare la presenza della terra di fusione, ancora parzialmente conservata all’interno della scultura. L’elaborazione dei dati acquisiti tramite la TC, unitamente alla scansione delle superfici esterne, eseguita in ICR dal Laboratorio Metalli, ha permesso la ricostruzione di modelli 3D e la riproduzione in scala di parti strutturali dell’opera da parte dello stesso Laboratorio, per lo studio di stabilità della stessa. Grazie a questa specifica ricerca è stato così possibile individuare le cause del danno e procedere al ripristino della stabilità strutturale e della continuità formale della scultura. I risultati di questo studio appaiono ancora più significativi se si considera la scarsa documentazione che attesta gli aspetti tecnici legati all’arte di Crocetti e più in generale a molti artisti suoi contemporanei.