Era rimasta nel Duomo di Pescia fino al 1697, quando il Gran Principe Ferdinando de’ Medici la volle di nuovo nella sua reggia. Così la Madonna del Baldacchino, grande pala d’altare realizzata da Raffaello nei primi anni del Cinquecento, alla fine del Seicento era stata portata a Palazzo Pitti per trovare posto all’interno della Galleria Palatina.
Lo spostamento scatenò violente reazioni da parte dei pesciatini, profondamente legati al culto della Vergine e al quadro di Raffaello, tanto che per poterla trasportare a Firenze fu necessario spostare la pala nottetempo, sostituendola con una copia. Grazie a un progetto speciale messo in campo dalle Gallerie nell’ambito dell’iniziativa Uffizi diffusi, insieme alla locale Diocesi e alla Fondazione Caript, fino al 30 luglio il dipinto sarà di nuovo esposto nel luogo di culto che lo accolse per oltre centocinquant’anni.
La mostra di Pescia, attraverso l’esposizione della maestosa pala dipinta da Raffaello, intende portare all’attenzione dei visitatori la ricostruzione del tessuto storico e delle vicende artistiche collegate alla genesi e alla fruizione dell’opera stessa.
La mostra quindi, in aggiunta al valore assoluto dell’opera che sarà esposta, acquista una importante connotazione di valorizzazione del territorio e delle sue connessioni culturali perché la grande pala d’altare dipinta da Raffaello tornerà nella città e nella sede dove fu conservata fino alla fine del Seicento.
L’allestimento all’interno della cattedrale di Pescia consentirà un dialogo tra la pala originale di Raffaello e la copia commissionata nel ‘600 al pittore Pier Dandini nel momento del trasferimento dell’opera a Firenze.
Da questi brevi cenni si può comprendere come vada in mostra non solo un’opera di eccezionale rilevanza ma la storia di un territorio nel suo complesso, in uno dei suoi più importanti periodi di fioritura artistica.
L’invenzione di Raffaello è una delle sue più memorabili per l’armonia delle figure, la delicatezza delle espressioni e la capacità di costruzione dello spazio, arioso e monumentale ma al tempo stesso misuratissimo.
La pala fu realizzata commissione della famiglia Dei per la Chiesa di Santo Spirito a Firenze ma, in realtà, non fu mai collocata nel luogo per il quale fu concepita. Pochi anni dopo la sua realizzazione, Baldassarre Turini, alto prelato vissuto nel primo cinquecento ed esponente di spicco della comunità pesciatina, ne entrò in possesso e la fece collocare nella cappella-mausoleo di famiglia all’interno del Duomo di Pescia.
ORARI DI INGRESSO (fino al 30 luglio 2023)
L’accesso alla Cappella Turini è contingentato per motivi di sicurezza.
È consentito l’ingresso in Cappella Turini a un massimo di 20 persone ogni 20 minuti. La prenotazione è fortemente raccomandata.
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Cattedrale di Pescia e Cappella Turini
10:00 – 20.00
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica
Museo Civico di Palazzo Galeotti, Gipsoteca Libero Andreotti
10:00 – 13.00
15.00 – 19.00
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica
BIGLIETTERIA
Il biglietto di ingresso della mostra consente la visita alle seguenti strutture: Cattedrale di Pescia e Cappella Turini, Museo Civico di Palazzo Galeotti, Gipsoteca Libero Andreotti.
€ 12,00 Intero
€ 9,00 Ridotto
Gruppi minimo 15 persone, ragazzi dai 14 ai 25 anni, residenti nei Comuni della Diocesi
Gratuito
Bambini da 0 a 13 anni, soci ICOM, guide turistiche abilitate, disabili con accompagnatore
Info e prenotazioni:
https://madonnadelbaldacchino.it/