Il sito di Tell el-Maskhuta in Egitto -antica città di Tjeku, non lontano dal Canale di Suez. va rivelando una grande città antica, dal profilo internazionale per la sua posizione lungo lo Wadi Tumilat, ampia valle che connetteva il cuore dell’Egitto con il confine nord-orientale, una delle maggiori direttrici verso il Sinai, la Palestina e la Siria. Nell’antichità, lungo la stessa valle, fu scavato il cosiddetto Canale dei Faraoni, arteria navigabile, che connetteva l’Egitto, il Mediterraneo e il Mar Rosso, analogamente al Canale di Suez. L’antica Tjeku era dunque una città di frontiera, dalle caratteristiche interculturali, che doveva la sua ricchezza ai traffici internazionali.
Durante la recente campagna di scavo condotta dall’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Ispc) del Cnr, è stata scoperta una grande discarica di anfore romane, che ricorda il Monte Testaccio di Roma costituito dai cocci delle anfore inutilizzabili. Questo deposito è collegato e sovrapposto ad una grande rampa più antica, scoperta durante i recenti scavi. La rampa dà accesso alla città salendo dall’esterno su un enorme muro, spesso circa 22 m, scoperto nell’ambito della stessa missione archeologica del Cnr-Ispc qualche anno fa. L’attività di ricerca archeologica del Cnr-Ispc sta infatti portando alla luce la grande cinta muraria della città.
“La presenza della grande rampa e la discarica di anfore – afferma Giuseppina Capriotti, prima ricercatrice del Cnr-Ispc – lasciano pensare che siamo vicini ad un porto sul cosiddetto Canale dei Faraoni, al quale sono forse legati anche alcuni edifici scavati a ridosso della rampa”.
La grande discarica di anfore ne ha anche restituito una integra con il suo contenuto. Sono state anche trovate tracce di un traffico di conchiglie: tutti dati preziosi per meglio comprendere i traffici in epoca romana.
Il Cnr-Ispc è impegnato da diversi anni in Egitto con attività di ricerca interdisciplinare per concessione e in collaborazione con il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano e con il riconoscimento e il supporto del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). La missione archeologica è coordinata da Andrea Angelini e Giuseppina Capriotti Vittozzi. L’interdisciplinarità della missione è rappresentata in particolare dalla ricerca egittologica e dalla sperimentazione tecnologica nel rilievo 3D, oltre che da altre competenze Cnr nell’ambito della geologia e della climatologia.